Sesta puntata
La basetta
L’intervento sulla basetta si suddivide in due fasi:
- in primo luogo si deve rettificare lo “svergolamento” evidente nel bordo superiore e le irregolarità della base inferiore (quella che poggia sul campo di gioco per intendersi). A questo scopo si utilizza una carta abrasiva dalla grana non troppo aggressiva (circa 240), in modo da non creare delle graffiature poi difficili da eliminare.
Per ottenere una superficie perfettamente in piano è opportuno tenere la basetta in mano e passarla da ambo i lati sulla carta abrasiva poggiata sul tavolo.
Per la parte bombata (la “tazza”) bisogna per forza tenere la basetta in mano e cercare, con passate molto delicate, di asportare le imperfezioni senza applicare troppa forza.
- Una volta che tutti i difetti sono stati eliminati, si passa alla seconda fase, e cioè il ripristino della finitura lucida. A tal fine risulta molto efficace il “polishing system” della Detail Master, utilizzato nel modellismo statico per tirare a lucido le carrozzerie degli automodelli dopo la verniciatura.
Questo sistema consiste in una serie di “pezze” abrasive dalla grana via via più fine da usare in successione dalla più spessa alla più fine (3200, 3600, 4000, 6000, 8000 e 12.000 grit).
E’ davvero sorprendente vedere poco a poco scomparire le abrasioni della lavorazione precedente e la plastica riacquistare il suo aspetto lucido come in origine. Durante questa fase a volte si può notare che possono rimanere alcune rigature, allora bisogna tornare indietro e ripetere passaggi con pezze più abrasive e quindi ripetere tutti i passaggi intermedi senza mai saltare alcuna grana. Se il procedimento viene eseguito correttamente, alla fine la superficie della basetta deve essere tanto lucidata da essere riflettente.
Il tocco finale consiste in una passata di cera per modellismo molto delicata, tipo la “Tamiya modeling wax”; questa viene applicata con un panno
e poi tirata con una spazzolina molto morbida montata sul trapanino.
Ecco la basetta alla fine del trattamento:
Non resta, a questo punto, che procedere al montaggio finale. Per questa fase personalmente prediligo una colla epossidica bicomponente per vari motivi: innanzitutto indurisce mischiando appunto due componenti e ciò vuol dire che non utilizza solventi; di conseguenza la miniatura può essere “chiusa” senza aspettare che indurisca la colla usata per fissare la rondella e per l’eventuale “appesantimento”; inoltre l’assenza di solventi fa sì che la plastica non venga comunque intaccata dagli stessi e quindi l’asportazione successiva può avvenire senza che la plastica resti rovinata. In virtù del suo alto potere adesivo può essere usata in piccola quantità garantendo comunque una solidità eccellente “a prova si stok”… ove per “stok” si intende quel rumore che deve fare la miniatura ben assemblata nell’impatto con la pallina…
… ed ecco il nostro protagonista pronto per ricominciare una nuova vita di entusiasmanti sfide sul campo di gioco… più forte e robusto di prima…
...ma in qvel momenten ekko ke Von Subbutenstein, mit bava fuori di bokken und okkien pieni di odio a kausa di invidien, irrompe dentro di laboritorien di Von Pierberzenstein und dice:
fine seksta punktaten